
Coaching: Il mondiale nella mente
CORRIERE DELLO SPORT – 10 ottobre 2007
Coaching: Il mondiale nella mente
Specialista della psico-preparazione studia i tre rivali “Isolarsi dal pubblico, come faceva kevin Costner”
I consigli di Ricci, che ha lavorato anche con la Nazionale di rugby “Tecniche speciali contro la tensione”
Ci sono già troppi ingegneri nei garage della Formula 1.
Resta poco spazio per psicologi, arruffapensieri, motivatori. Qualche confidente o confessore, al massimo.
Sarebbe utile però trovare posto per uno come Marco Valerio Ricci.
Che tiene a definirsi preparatore mentale:
“la differenza rispetto al classico psicologo motivatore sta nel fatto che aiuto l’atleta a trovare dentro se stesso le spinte emotive, applico formule che sviluppino la coscienza personale. Altri tipi di approccio, rispettabilissimi, corrono il rischio di creare assuefazione.”
SENZA SCAMPO – Abbiamo chiesto a Ricci, che ha lavorato tra l’altro con la Nazionale di rugby fino alla partenza per il Mondiale, di studiare per noi il caso specialissimo del GP del Brasile: tre piloti dalle diverse storie personali e dalle diverse vicende recenti, che si affrontano in una gara labirintica e senza scampo: uno la sera del 21 ottobre sarà campione del mondo e gli altri due no.
Li aspettano undici lunghi giorni di tensione. Come devono comportarsi?
“Hamilton, Alonso e Raikkonen in questo momento hanno un problema in comune – dice Ricci – Staccarsi dal significato di questa gara. Devono veder il Gp del Brasile come una singola corsa in cui come sempre si cerca di dare il meglio, non come il gran premio per eccellenza. In effetti ciascuno ha un ottimo e diverso motivo per considerarlo tale. Hamilton cerca la consacrazione. Alonso l’ingresso tra i giganti con il terzo titolo consecutivo, Raikkonene l’uscita dal ruolo di eterna promessa. Ma così corrono il rischio di riempirsi di tensione.”
RAZIONALITA’ – La tensione è letale perchè “si accumula e cerca di scaricarsi in varie forme: tic, linguaggio del corpo. Quando l’energia diventa troppa, e ancor più se si cerca di controllarla, spezza l’argine della razionalità e induce all’errore.
Ciò che tutti e tre gli uomini in lizza devo accettare è che hanno già compiuto la propria impresa eccezionale: Hamilton sorprendendo il mondo dello sport, Alonso lottando al vertice per il terzo anno consecutivo, Raikkonen tornando a galla dopo un inizio di campionato balbettante. In questo modo si concentreranno più sulla prestazione che sul risultato in sé”.
Su questa base, si può preparare una ricetta ideale per ciascuno dei tre piloti.
MOMENTO CHIAVE – Ricci ha però altri consigli di Coaching generali da impartire a Hamilton, Alonso e Raikkonen:
“Non preparare a priori una strategia. Strategia e tattica sono dettate dalle circostanze. Ovviamente, se Hamilton si trovasse in testa sarebbe sciocco da parte sua forzare. Però sono scelte che si effettuano sul momento. Se si pretende di gestire la gara prima ancora che parta l’errore diventa più probabile. Per distrarsi è utile la musica, ma non da sola: servono anche tecniche personalizzate che ruotano intorno alla posizione del corpo, alla respirazione, alla loro associazione con stati d’animo.
E quando arriva l’ora di salire in macchina facciamo come Kevin Costner nel film Gioco d’amore: lui è un giocatore di baseball che prima di lanciare si dice: “Fuori tutto”, e il pubblico intorno diventa sfocato, si allontana, e il lanciatore rimane solo. Quello è il momento chiave.”