top of page
Logo giusto.png

Coaching: Il mare? Meglio due passi sui carboni ardenti

IL MONDO – 17 agosto 2007
Vacanze sotto l’ombrellone? No grazie.
Il mare? Meglio due passi sui carboni ardenti
Così risponde la maggioranza di executive, manager e imprenditori italiani alla vigilia del grande esodo.

Lo assicura una ricerca condotta su un campione rappresentativo di 800 esponenti della classe dirigente da parte di Athena research, presieduta da Marco Valerio Ricci, da poco diventato allenatore psicologico della nazionale italiana di rugby in vista dei prossimi mondiali in Francia.

Questa indagine rivela che solo il 15% degli interpellati si concede una vacanza tutta centrata sull’ozio.

L’11% viceversa non stacca la spina nemmeno a Ferragosto.

Il 19% ha ferie alternate tra riposo e lavoro.

Mentre il 55% ritiene che il break sia un periodo da sfruttare nel modo più vantaggioso, una sorta di relax creativo.

Tra costoro il 48% è intenzionato a dedicarsi al coaching, il 26% sceglie viaggi avventurosi per confrontarsi con ambienti e situazioni sconosciuti e un altro 26% va a caccia di nuovi mercati e di business alternativi.

I patiti del coaching in vacanza sfoderano un ampio ventaglio di scelte.

Il 33% partecipa a prove speciali: dal boardbreaking (rompere tavolette di legno a mani nude) all’arrowbreaking (spezzare con il mento una freccia che ha la punta appoggiata al collo senza ferirsi), dal tree climbing (arrampicarsi su alberi e pali) alla passeggiata sui carboni ardenti.

Il 28% predilige prove di resistenza fisica a contatto con la natura, attraversando foreste o scalando montagne.

Il 23% si mette alla prova con regate e rafting (discese di fiumi tumultuosi) anche per valutare la propria capacità di fare squadra.

Il 16% infine predilige i seminari emozionali. Ma che cosa motiva queste scelte all’apparenza inconsuete e spesso molto faticose?

Per il 36% dei favorevoli al coaching si tratta di un modo energizzante di trascorrere le vacanze, coniugando divertimento e sviluppo delle proprie capacità di leadership e resistenza.

Il 33% ripete esperienze che già si erano dimostrate positive. E per gli altri risulta determinante il clima che si crea tra i partecipanti al coaching.

00:00 / 01:04
Ascolta l'intervista
bottom of page