Coaching: l’allenamento mentale | Viversani & belli

VIVERSANI & BELLI – 19 giugno 2009

Coaching – L’allenamento mentale

Cambiare se stessi e la propria vita si può, ponendosi obiettivi precisi e credendo nelle proprie potenzialità.

Nato circa quarant’anni fa, il coaching è un metodo per aiutare le persone a raggiungere determinati obiettivi, sviluppando al massimo le loro capacità.

“Coach”, infatti, è una parola inglese che nel mondo sportivo indica gli allenatori, ma il significato originario è “carrozza”, cioè un mezzo di trasporto.

E come gli allenatori sportivi hanno il compito di portare l’atleta a una condizione fisica ottimale, tramite il coaching gli “allenatori mentali” si propongono di condurre la persona al risultato desiderato con il miglioramento della sua vita.

Funziona per il privato e per il lavoro.

I primi ad avere applicato l’approccio sportivo nel lavoro e nella vita di tutti i giorni sono stati, negli Anni 70, il britannico John Whitmore e l’americano Timothy Gallwey. Dal mondo anglosassione questo metodo si è poi esteso anche ad altri paesi europei, arrivando in Italia alla fine degli Anni 90.

Il coaching si declina in diverse aree a seconda degli obiettivi da raggiungere, che possono essere generici o molto specifici. Nel coaching applicato alla vita personale, per esempio, esistono corsi per gestire le emozioni, per migliorare il rapporto con gli altri o per superare una situazione di indecisione.

In ambito professionale, invece, alcuni corsi sono rivolti a manager o imprenditori che vogliono perfezionare la propria leadership, altri a lavoratori che affrontano un cambiamento oppure un periodo di forte stress.

Infine, il coaching applicato allo sport professionale insegna agli allenatori nuovi metodi per motivare gli atleti a dare il massimo.

Un procedimento in tre fasi

I passaggi tipici di una sessione di coaching sono tre:

  • individuare l’obiettivo,
  • analizzare la situazione attuale,
  • definire il percorso che porterà a raggiungere lo scopo.

I seminari, individuali o di gruppo, possono tenersi nell’arco di una sola giornata, o strutturarsi in cicli settimanali.
Il metodo di base consiste nel porre una serie di domande neutrali, astenendosi dare consigli.

Le persone dovrebbero capire da sole che cosa cambiare della propria vita, quali sono le potenzialità e quali strumenti utilizzare.
Alla capacità di porre le domande giuste, il coach può affiancare altri strumenti:

  • la programmazione neurolinguistica (Pnl),
  • il training autogeno (una tecnica di rilassamento),
  • la meditazione,
  • lo yoga,
  • la bioenergetica (una cura per armonizzare mente e corpo)
  • tecniche di auto-aiuto, come il pensiero positivo.